Anche Il Secolo XIX riporta l’appello al Governo di Michele Zunino, Consorzio Italia Cloud e Netalia: una lettera aperta per invocare una politica industriale che salvaguardi la filiera italiana del digitale.
Riportiamo un estratto dell’articolo a firma di Francesco Margiocco, pubblicato su Il Secolo XIX di venerdì 11 luglio 2025:
“Dietro la lettera [aperta al Governo italiano] c’è Michele Zunino, amministratore delegato di Netalia, azienda genovese di servizi cloud, e presidente del Consorzio Italia Cloud: «I dati sono l’asset strategico più rilevante della nostra epoca, l’infrastruttura digitale è l’asse portante dell’economia globale, chi controlla il cloud può controllare i mercati, le persone e le istituzioni».
«La cerimonia di insediamento di Trump, a inizio anno, è stata un momento simbolico. I vertici dei principali conglomerati tecnologici in prima fila accanto all’amministrazione entrante, sono, al di là dei simboli, la conferma dello status quo», dice Zunino. «Le poche Big Tech globali sono una sorta di super stato in sovrapposizione, e potenzialmente in conflitto, con gli stati ufficiali, e in cui cittadini diventano consumatori, con la perdita di democrazia che ne consegue». Grazie ai potenti hardware di cui dispongono, i data center, e grazie a internet, Microsoft, Amazon e Google dominano il mercato delle applicazioni per comunicare, archiviare e elaborare. Vanno dalle e-mail alle piattaforme video, dai documenti online ai social media e ai videogame, fino alle più sofisticate applicazioni per le aziende.
La lettera aperta di Zunino è rivolta anche alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che sul tema potrebbe fare qualcosa. Da anni la Crui, Conferenza dei rettori delle università italiane, firma contratti con le Big Tech per la fornitura dei servizi cloud agli atenei, compresa l’Università di Genova. Per Zunino, è un nodo cruciale: «Gli accordi della Crui sono di fatto preclusi alle realtà nazionali del settore, in virtù di un apparente vantaggio economico, e diventano un modo per indirizzare la formazione superiore all’uso esclusivo di un ristretto gruppo di servizi».
Ma, come spiega Innocenzo Genna, non basta: «Il governo degli Stati Uniti può sempre ordinare a Microsoft di spegnere tutto. Oppure può ordinarle di farsi dare i dati dell’Università di Genova. La normativa americana di sicurezza, la Fisa 704, prevale sul Gdpr». Genna è un giurista, da decenni di casa a Bruxelles, specializzato in regolamentazione europea del digitale. Non è un caso che la Danimarca stia facendo da apripista, viste le sue frizioni con gli Stati Uniti sulla Groenlandia. «Ormai tutte le attività digitali si stanno spostando sul cloud. Chi controlla il cloud può spegnere un’intera città o addirittura un paese».
Accedi all’articolo online (solo per abbonati).